La mia classe è un film nel film, dove i confini dell’uno dell’altro sono assolutamente incerti. Mastandrea è un maestro che sta girando un film con una classe di extracomunitari che impara l’italiano, ma è anche una persona che sta partecipando ad un documentario su un gruppo di extracomunitari che raccontano le loro storie. Il regista stesso entra in scena quando uno dei ragazzi comunica di dover lasciare le riprese perché privo del permesso di soggiorno che non gli è stato rinnovato. Il racconto si ferma per dare spazio all’espressione dei suoi compagni sul tema e prosegue fino alla fine aggiungendo alcune parti decise dal gruppo che mettono in risalto la difficoltà degli extracomunitari di potersi integrare nella società a causi di problemi burocratici. In alcuni casi sono difficoltà che lasciano segni indelebili sui soggetti che le vivono.
Film complesso da seguire, sempre in bilico tra l’impegno politico e la riflessione sul cinema, sulla realtà e la finzione che sono parti essenziali per rendere convincente quell’impegno.
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