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Grazia ha 18 anni, vive in un paese sullo stretto di Messina insieme al padre con il quale ha un rapporto fatto di silenzi e incomprensioni. La morte del fratello maggiore avvenuta pochi anni prima in circostanze per lei sconosciute, ha trasformato in conflittuale questo rapporto e reso vuota la vita stessa del padre, che a sua volta è vittima dei ricatti della criminalità organizzata. Grazia, in guerra contro tutto e tutti, riuscirà finalmente ad avere con il padre un confronto che le permetterà di cominciare quella transizione verso la fase adulta.

Il film di Fabio Mollo racconta uno spaccato, piuttosto comune, di una famiglia di un paese della Calabria. Ci sono tutti gli ingredienti, il racket, il mare potente e bello con la sua forza immaginifica e c’è soprattutto il silenzio. Nessuno dei protagonisti parla, letteralmente le comunicazioni sono ridotte all’essenziale, pur se in presenza di situazioni e stati emotivi molto importanti. Se nel padre della protagonista il prezzo da pagare è la rinuncia ad una vita propria, alle speranze di un futuro, per Grazia è il rifiuto della propria identità a paralizzare le sue prospettive. Solo quando, al limite della crisi, tra padre e figlia si apre un pur breve confronto Grazia intuisce che c’è la possibilità di amare ed essere amata e iniziare una nuova fase della vita.