Spicca la qualità della fotografia, per alcuni fin troppo bella e inadatta all’orrore che vogliono mettere in scena. D’altra parte Rosi racconta chi, in qualche modo, è sopravvissuto, chi può ancora raccontare gli orrori che ha visto, dai bambini dei campi profughi alle anziane donne che hanno perso figli in battaglia. Ferite profonde che necessiteranno tempo per essere rimarginate, ma che al momento possono cominciare ad essere viste, sperando in un futuro che segua percorsi diversi da quelli svoltisi sin’ora.
Notturno di Gianfranco Rosi
Spicca la qualità della fotografia, per alcuni fin troppo bella e inadatta all’orrore che vogliono mettere in scena. D’altra parte Rosi racconta chi, in qualche modo, è sopravvissuto, chi può ancora raccontare gli orrori che ha visto, dai bambini dei campi profughi alle anziane donne che hanno perso figli in battaglia. Ferite profonde che necessiteranno tempo per essere rimarginate, ma che al momento possono cominciare ad essere viste, sperando in un futuro che segua percorsi diversi da quelli svoltisi sin’ora.