Bologna 1938, Michele insegna nella stessa scuola dove frequenta sua figlia, Giovanna di 17 anni, e tira avanti la famiglia con difficoltà e la scarsa partecipazione affettiva della moglie Delia. Giovanna è una ragazza con problemi psichici, il padre la segue passo passo, crede in lei, ha creato un mondo speciale per loro due e in qualche modo non vede o non vuole vedere le sue difficoltà, che invece vede tutte Delia, praticamente estranea al rapporto con la figlia che ne soffre la bellezza. Finalmente Giovanna si innamora e fa di questo sentimento un ossessione che allontana il ragazzo e che la porta ad uccidere per gelosia la sua unica amica. Riconosciuta inferma di mente, viene ricoverata in un ospedale psichiatrico, dove regredisce ad uno stato di bambina. Sullo sfondo la guerra costringe a scelte dolorose. Michele si trasferisce vicino all’ospedale per seguire giornalmente la figlia, Delia invece va via col vicino di casa del quale era stata sempre innamorata. Quando la guerra finisce, Giovanna viene dimessa e la vita tra le macerie, ricomincia lentamente. E dopo qualche anno Delia rientra nella famiglia, questa volta con l’intenzione di occuparsi della figlia.
Un film, questo di Pupi Avati, molto bello, commovente, che toglie il fiato e lascia spazio alla speranza. La fede e l’amore sono le assi portanti del racconto. La fede incrollabile di Michele nelle sue convinzioni, nel curare costantemente la figlia fino a guarirla, nell’accettare quello che la sorte gli propone, E c’è anche tanto amore, del papa verso questa figlia che invece cerca quell’amore che la mamma non può darle, E che grazie alla tenacia di Michele comincerà a ricevere in età adulta con la famiglia che si riunirà.
Molto bello il parallelo col periodo storico, coi fatti che si intravedono sullo sfondo. L’esaltazione folle di Giovanna che trova l’amore ed uccide, mentre l’Italia si allea con la Germania per conquistare il mondo. La guerra porta il grande conflitto di tutti, di Michele che sceglie di lasciare la moglie che ama per stare accanto s Giovanna che vive in quegli anni il suo periodo più difficile. Quando finisce la guerra, si ricomincia a vivere tra le macerie, con poco o niente, e Giovanni viene dimessa dall’ospedale ricomincia come una bambina a vivere, nella sua vecchi cameretta di casa, Finche negli anni della ricostruzione, la speranza e le novità sono per tutti e anche per la famiglia che si riunisce e che Michele è convinto, ce la farà. La crisi della società è la crisi dell’individuo e la ricostruzione passa attraverso un grande conflitto, che è necessario vivere fino in fondo, con fiducia, attraversando dei dolori e schivandone saggiamente degli altri perché si possa ricostruire.