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Kiarostami lavora ad un’inchiesta sulle modalità educative della scuola per l’infanzia, portando la macchina da presa dentro l’istituto ed ascoltando i bambini. Per sua stessa ammissione, si ascolta nell’incipit, il documentario che filmerà è privo di soggetto, sarà costruito in divenire lasciandosi guidare dall’intuito. Dichiara la sua presenza inquadrando più volte l’operatore alla macchina e lui stesso mentre fa domande. Emerge un ritratto di una educazione scolastica e familiare autoritaria, improntata alla punizione anche è poco incline a sostenere e a riconoscere i buoni risultati. Emerge la grande difficoltà dovuta ad un grande livello di analfabetismo presente nelle famiglie che certamente influisce sulle metodologie castigatorie. Molto indicativo è il fatto che a domanda precisa tutti i bambini dicono di preferire i compiti a casa ai cartoni animati. Tutti guardano in macchina perplessi quando rispondo a questa domanda: tutto sommato anche Kiarostami potrebbe rappresentare per loro quell’autorità da cui devono difendersi
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