Un film splendido di Krzysztof Kieslowski, uno dei primi dopo anni di lavoro col documentario. Ed è proprio questo che fa de Il Cineamatore una storia in parte autobiografica. È una storia che racconta il cinema nella sua essenza, nella sua capacità di guardare al mondo e alla possibilità di crescita che questa visione implica. E’ in gioco il tema del reale, come si stabilisce cosa è vero e cosa no, la scelta, arbitraria, che è all’origine di una visione comporta necessariamente la perdita di qualcosa, che spesso è necessaria. Si muove sul confine della critica all’apparato statale che è sempre pronto alla censura, e che allo stesso tempo agisce per altre necessità, altrettanto importanti che non possono essere raccontate. Ed è su questo dilemma che il protagonista sceglie di raccontare se stesso, l’unica verità realmente possibile, scelta paradigmatica della crescita dell’uomo, che parte dalla visione del mondo esteriore e che arriva inevitabilmente al confronto interno. Bellissima l’atmosfera scarna, marchio di Kieslowski, di taglio documentaristico, sorretta dal lavoro attoriale e da una sceneggiatura pregna di significati e sotto storie, assemblate in un montaggio fluido e ritmico.
Amator (Il Cineamatore) di Krzysztof Kieslowski
Un film splendido di Krzysztof Kieslowski, uno dei primi dopo anni di lavoro col documentario. Ed è proprio questo che fa de Il Cineamatore una storia in parte autobiografica. È una storia che racconta il cinema nella sua essenza, nella sua capacità di guardare al mondo e alla possibilità di crescita che questa visione implica. E’ in gioco il tema del reale, come si stabilisce cosa è vero e cosa no, la scelta, arbitraria, che è all’origine di una visione comporta necessariamente la perdita di qualcosa, che spesso è necessaria. Si muove sul confine della critica all’apparato statale che è sempre pronto alla censura, e che allo stesso tempo agisce per altre necessità, altrettanto importanti che non possono essere raccontate. Ed è su questo dilemma che il protagonista sceglie di raccontare se stesso, l’unica verità realmente possibile, scelta paradigmatica della crescita dell’uomo, che parte dalla visione del mondo esteriore e che arriva inevitabilmente al confronto interno. Bellissima l’atmosfera scarna, marchio di Kieslowski, di taglio documentaristico, sorretta dal lavoro attoriale e da una sceneggiatura pregna di significati e sotto storie, assemblate in un montaggio fluido e ritmico.