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sul potere nelle relazioniQuando Vanda arriva in teatro per la sua audizione è già tardi, e Thomas, che ha riadattato il testo di “La venere in pelliccia” per dirigerlo, sta andando via, stanco e nervoso dopo una infruttuosa giornata di provini. Vanda, che ha tutta l’aria di essere una attrice improbabile, a fatica riesce a convincere il regista ad ottenere il suo provino. Di qui la messa in scena tra i due, comincia a mettersi in moto, tra interruzioni e riprese, in una alternanza i cui confini si fanno sempre più ambigui. Vanda seduce Thomas rivelando doti inaspettate e la piece che stanno provando diviene sempre più realistica, rivelando quanto di personale e inconfessato ci fosse nel lavoro di adattamento di Thomas. Alla fine realtà e finzione non saranno più distinguibili e Thomas vivrà fino in fondo la sua fissazione sadomaso.
Roman Polansky prende spunto dal romanzo di Leopold Von Sacher-Masoch “ La venere in pelliccia” per parlare, di seduzione, di sadomaso, e soprattutto del rapporto tra uomo e donna, dell’ambiguità e dell’infinito conflitto che lo contraddistingue,. Situa il set in un teatro e lascia lo spazio ai due attori per portare sullo schermo la piece teatrale. Con grande maestria indaga sui sottili giochi di potere che prendono vita nella relazione tra uomo e donna, dove l’aspetto sadomaso che è spunto del film, è solo un eccesso simbolico di quanto avviene regolarmente nel quotidiano. I rapporti di coppia sono relazioni dove si cerca il potere, che sia un esercizio attivo o passivo cambia poco. Alla fine il potere femminile è vincente, libero e capace di cambiare, trasformarsi e manifestarsi pienamente, mentre l’uomo immobile rimane attaccato ai suoi istinti fallici, come mostra efficacemente l’ultima scena. Un film molto bello, un perfetto crescendo emotivo sostenuto da un’eccellente intreccio psicologico, che tiene incollati allo schermo e che fa amare la magia del teatro.