L’ultimo film della regista norvegese Edith Carlmar coincide con l’esordio al cinema di LIv Ullmann, e tratta di una storia di difficile formazione. I due protagonisti sono agli opposti, e insieme all’innamoramento la storia è caratterizzata dal tentativo del ragazzo di “salvare” la giovane donna dai suoi squilibri. La relazione rimane sempre a rischio, anche quando l’intimità tra i due migliora e apre delle possibilità. L’arrivo dell’estraneo fa emergere tutto quello che era ancora sottotraccia e il lato seduttivo e oscuro della donna mettono in crisi la vita di tutti i protagonisti. Risolto il problema col terzo incomodo i due ragazzi sembrano trovare una nuova unione, ma è più probabile che si tratta solo di un rinvio delle difficoltà. Un documento molto interessante sui costumi della fine degli anni’ 50 della società norvegese; le scene in cui si esibisce, provocante, Liv Ullmann, rappresentano sicuramente qualcosa fuori dagli schemi per il tempo.
Ung Flukt di Edith Carlmar
Anders è un ragazzo, figlio di buona famiglia, che sta per cominciare il suo percorso universitario. È innamorato di Gerd, una ragazza irrequieta, che ha una vita torbida e che naturalmente non piace alla famiglia del giovane. Anders per conquistare definitivamente il cuore della ragazza, la porta in una baita isolata tra i boschi, dove intende trascorrere con lei il resto dell’estate. Tra alti e bassi il rapporto sembra trovare una sua stabilità fin quando appare un uomo, Bendik, che metterà in crisi la loro relazione.
L’ultimo film della regista norvegese Edith Carlmar coincide con l’esordio al cinema di LIv Ullmann, e tratta di una storia di difficile formazione. I due protagonisti sono agli opposti, e insieme all’innamoramento la storia è caratterizzata dal tentativo del ragazzo di “salvare” la giovane donna dai suoi squilibri. La relazione rimane sempre a rischio, anche quando l’intimità tra i due migliora e apre delle possibilità. L’arrivo dell’estraneo fa emergere tutto quello che era ancora sottotraccia e il lato seduttivo e oscuro della donna mettono in crisi la vita di tutti i protagonisti. Risolto il problema col terzo incomodo i due ragazzi sembrano trovare una nuova unione, ma è più probabile che si tratta solo di un rinvio delle difficoltà. Un documento molto interessante sui costumi della fine degli anni’ 50 della società norvegese; le scene in cui si esibisce, provocante, Liv Ullmann, rappresentano sicuramente qualcosa fuori dagli schemi per il tempo.
L’ultimo film della regista norvegese Edith Carlmar coincide con l’esordio al cinema di LIv Ullmann, e tratta di una storia di difficile formazione. I due protagonisti sono agli opposti, e insieme all’innamoramento la storia è caratterizzata dal tentativo del ragazzo di “salvare” la giovane donna dai suoi squilibri. La relazione rimane sempre a rischio, anche quando l’intimità tra i due migliora e apre delle possibilità. L’arrivo dell’estraneo fa emergere tutto quello che era ancora sottotraccia e il lato seduttivo e oscuro della donna mettono in crisi la vita di tutti i protagonisti. Risolto il problema col terzo incomodo i due ragazzi sembrano trovare una nuova unione, ma è più probabile che si tratta solo di un rinvio delle difficoltà. Un documento molto interessante sui costumi della fine degli anni’ 50 della società norvegese; le scene in cui si esibisce, provocante, Liv Ullmann, rappresentano sicuramente qualcosa fuori dagli schemi per il tempo.