Panahi elegge il suo 4×4 come cuore della narrazione, molte delle scene vedono Il vetro della macchina somigliare quasi allo schermo del cinema. Insieme alla riflessione sulla possibile autenticità del video fa del film una riflessione sul dispositivo cinema. Come stabilire cosa è vero e cosa non lo è? Qual è il punto di osservazione degli eventi? Panahi risponde con un’indagine nella quale mette in gioco le contraddizioni culturali e politiche del paese. In una sorta di diario personale, il regista sceglie di privilegiare le inquadrature lunghe, con pochi movimenti di macchina, per dare vita ad una storia nella quale emerge il fatto che è sempre possibile dare corso alle proprie aspirazioni, nonostante tutto.
Tre volti di Jafar Panahi
Panahi elegge il suo 4×4 come cuore della narrazione, molte delle scene vedono Il vetro della macchina somigliare quasi allo schermo del cinema. Insieme alla riflessione sulla possibile autenticità del video fa del film una riflessione sul dispositivo cinema. Come stabilire cosa è vero e cosa non lo è? Qual è il punto di osservazione degli eventi? Panahi risponde con un’indagine nella quale mette in gioco le contraddizioni culturali e politiche del paese. In una sorta di diario personale, il regista sceglie di privilegiare le inquadrature lunghe, con pochi movimenti di macchina, per dare vita ad una storia nella quale emerge il fatto che è sempre possibile dare corso alle proprie aspirazioni, nonostante tutto.