
Gabriel, originario della Turchia, Costa originario dalla Grecia e Bobby proveniente dalla Serbia, crescono insieme da immigrati ad Amburgo, creando una piccola gang addetta a microcriminalità, Ma dopo il carcere Gabriel ha deciso di mettere la testa a posto e trovare un lavoro, mentre gli altri due non ne vogliono sapere. La necessità di mantenere l’amicizia, le difficoltà di farla conciliare con obiettivi diversi e i problemi che derivano dalle vicende amorose che si intrecciano con i tre amici finiscono per mettere in seria discussione l’amicizia e la vita stessa di tutti e tre.
Il primo film di Fatih Akin è una storia di amicizia e di emarginazione data dallo status di immigrato. Una delle poche strade per uscire dall’anonimato e da una vita di poche soddisfazioni sembra essere quella del crimine. Allo stesso tempo è una storia di formazione, che dice quanto sia difficile costruire dei nuovi orizzonti di vita rimanendo nello stesso ambiente in cui si è cresciuti, che inevitabilmente finisce per risucchiare e livellare le aspirazioni di tutti. Un ottimo esordio alla regia per un film vivace e veloce, mai banale con tre protagonisti credibili quanto basta per ricordarci che stiamo assistendo ad una storia di finzione, e che nonostante la drammaticità degli eventi, è possibile divertirsi.
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