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il dolore della nevrosiShame è un film molto duro, narrato con cruda chiarezza anche nel suo dettaglio fotografico e che ci porta lentamente all’interno del dramma del protagonista.
Insieme a lui cominciamo lentamente ad acquisire consapevolezza di quanto sia grande il disagio che vive.
Al principio Brandon è un uomo solitario, che soddisfa parte dei suoi bisogni con la pornografia e la masturbazione, in modo quasi compulsivo. Apparentemente gestisce la sua vita in modo equilibrato. Ha una sorella, Sissy con un forte disagio da dipendenza affettiva, evidentemente entrambi legati da una storia infantile complessa, e con la quale ha un rapporto perlomeno difficile.
Nello svolgersi del racconto le conferme della sua impossibilità di stabilire una relazione affettiva con l‘altro in senso generale definisce chiara ed implacabile la natura del suo disagio. E’ assolutamente incapace di amare, e la compulsione sessuale è un sostituto sempre meno efficace.
Quando gli eventi dolorosi rendono definitivamente chiaro a lui e a noi spettatori questo aspetto, l’esplosione di dolore data da questa nuova consapevolezza è drammaticamente reale.
Difficile da definire bello un film che suscita emozioni cosi dolorose, certamente è capace di indagare in maniera chirurgica e asettica, con una fotografia poetica, sulla natura di alcuni dei disagi dell’uomo.