Nel bosco cittadino vivono un padre ed una figlia adolescente. Will è un veterano di guerra e fugge dal mondo, dai centri urbani e in qualche modo dai contatti con altri esseri umani; la figlia Tom cresce ben addestrata alla vita campestre all’arte di sopravvivere grazie alla tenacia del padre. Ma quando la polizia li scopre, li obbliga a stare in una casetta, sempre di campagna, ma in un contesto comunitario. Il tentativo di adattamento dura poco e proprio quando la ragazza comincia ad inserirsi Will decide che è tempo di ripartire, questa volta per veri boschi di montagna, dove un incidente li costringerà a fermarsi una comunità locale. Debra Granik raccontando questa storia vera ci porta ad esplorare i diversi modo di vivere alternativi alla grande città, sono scelte di isolamento che si strutturano su diversi livelli di isolamento o socialità. La vicenda dei due nello specifico è quella di un percorso di crescita, che porterà la ragazza a capire la sua diversità dal padre, col quale condivide l’amore per la vita nella natura ma non la necessità di stare isolata dal resto degli uomini. Un film che sviluppa la sua storia lentamente, senza picchi emotivi e riesce ad essere comunque coinvolgente
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