
Juan, Oliva e i loro figli ancora piccoli si trasferiscono dalla città alla campagna del Messico. La scelta in qualche modo “alternativa” della coppia comincia a rivelare ben presto tante criticità. Il rapporto della coppia comincia a sfaldarsi, Juan è preda di aggressività incontrollata e soprattutto il rapporto con la popolazione locale è molto conflittuale: si tratta di due mondi impossibilitati a comunicare
È proprio questa impossibilità che Carlos Reygadas attraverso un linguaggio decisamente fuori dalle righe. Tempi di inquadrature molto lunghi, simbolismi a tratti indecifrabili, inquadrature sdoppiate all’interno di un circolo di riferimento centrale: c’è tutto per rendere complessa la comunicazione con lo spettatore. Si tratta di un lavoro dove il linguaggio narrativo lascia molto spazio a quello delle immagini; la narrazione è decisamente ridotta e tutti i personaggi non sono in grado di produrre cambiamenti significati nella storia raccontata. Un’opera che punta tutto sull’espressività sensoriale e visiva.
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