Il primo lungometraggio di Yoon Dan-bi è un film che scorre lentamente dedicando particolare attenzione ai momenti delle relazioni. Le relazioni stesse si instaurano e si evolvono lentamente, col tempo necessario perché possano essere comprese. Il quadro del nucleo famigliare esteso è ben rappresentativo della complessità delle relazioni e la regia sceglie, non a caso, il “totale” come inquadratura privilegiata per rappresentarle. Il focus non è dunque sulle soggettività, e il primo piano non è quasi mai usato, ma sull’insieme, sulle distanze tra i personaggi e sul loro rapporto con l’ambiente attorno, perché sono queste le basi su cui si instaurano e si sviluppano i rapporti tra persone. Una storia come tante raccontata in modo tale da evidenziarne le specificità.
Moving on di Yoon Dan-bi
Il primo lungometraggio di Yoon Dan-bi è un film che scorre lentamente dedicando particolare attenzione ai momenti delle relazioni. Le relazioni stesse si instaurano e si evolvono lentamente, col tempo necessario perché possano essere comprese. Il quadro del nucleo famigliare esteso è ben rappresentativo della complessità delle relazioni e la regia sceglie, non a caso, il “totale” come inquadratura privilegiata per rappresentarle. Il focus non è dunque sulle soggettività, e il primo piano non è quasi mai usato, ma sull’insieme, sulle distanze tra i personaggi e sul loro rapporto con l’ambiente attorno, perché sono queste le basi su cui si instaurano e si sviluppano i rapporti tra persone. Una storia come tante raccontata in modo tale da evidenziarne le specificità.