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il dolore negatoSteve è un adolescente con gravi disordini del comportamento. All’ennesimo gesto violento che compie nell’istituto di riabilitazione che lo ospita, di fronte alla prospettiva del riformatorio o dell’applicazione della nuova legge canadese (che rende possibile per un parente fare internare per sempre una persona con disturbi psicologici) la mamma Diane, rimasta vedova, prova a riportarselo a casa. L’inizio non è dei migliori, l’aggressività di Steve e la vita poco equilibrata di Diane mettono subito a dura prova il loro rapporto. Nella loro vita entra improvvisamente Kyle, una vicina timida, balbuziente a seguito di uno choc, che stabilisce un contatto profondo con Steve guadagnandone la fiducia e l’affetto. I tre sembravano trovarsi bene insieme, ognuno diventa utile all’altro migliorando in qualche modo la qualità della vita. Finché arriva la richiesta di risarcimento danni per i danni procurati da Steve all’istituto a far crollare il delicato equilibrio.

Un film dalle emozioni forti questo di Xavier Dolan, che è il duro racconto del dolore negato. I tre protagonisti sviluppano ognuno una forma diversa di risposta al dolore, che è una risposta patologica di negazione dello stesso. Di Kyle non si saprà nulla, tanta è la sua incapacità di raccontarsi. Insieme, con la forza dell’amore reciproco, riescono a fare qualcosa di buono, e non è sufficiente perché sono comunque molto soli, senza un supporto che possa aiutarli nell’elaborazione del loro percorso. La scelta di mostrare il film in un formato ridotto a circa un terzo del tradizionale 16:9, indica da subito la stretta prospettiva del tema del film: c’è poco spazio per altre fantasie che non la cruda realtà claustrofobica. E’ anche la necessità dei protagonisti di restringere il focus della loro attenzione su loro stessi se vogliono migliorare la propria vita e allo stesso tempo la richiesta della massima attenzione dello spettatore, che possa così colmare la loro necessità di essere compresi ed amati. Un film che commuove e che lascia solo intravedere una possibilità di sperare soprattutto se le alternative possibili al tentativo di farcela da soli, sono quelle di leggi coercitive. E che riporta al tema del confine sempre difficile da individuare, nei casi di disturbi del comportamento, tra malattia e normalità e come porsi di fronte a questo.