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Nahla ha 25 anni, vive a Damasco dove stanno cominciando i primi tumulti che porteranno a quella guerra che è ancora in atto. Vive con due sorelle e la mamma ed è in attesa di incontrare un uomo, siriano, che espatriato negli Usa cerca moglie nel suo paese d’origine, cosa che permetterebbe a tutta la famiglia di lasciare il paese che non offre più alcuna sicurezza. Ma Nahla è una donna inquieta, sogna un amore romantico e sensuale e l’incontro con il pretendente non finisce come tutti immagino e sperano. Nahla è incuriosita dalla strana attività di una vicina appena arrivata e a lei si rivolgerà per tentare di dare libero sfogo alle sue fantasie.
Gaya Jiji mette in scena un film tutto al femminile, sono due nuclei di donne che dividono l’unico uomo disponibile, cercando in lui una sorta di salvezza che è quasi uno sfruttamento. Da queste ambiguità sfugge la protagonista, l’unica coinvolta in entrambi i nuclei, che è interessata ad altro, alla soddisfazione del suo desiderio e alla formazione di una sua identità indipendente. Quando scopre di non essere l’unica a fantasticare sulle relazioni intime, capisce che è necessario integrare le sue con quelle dell’altro e questo si rivelerà decisivo per la sua crescita e soddisfazione personale. Il film è girato quasi interamente in interni ed è interessate l’uso di filmati di repertorio per mostrare quella Damasco che nel 2011 erano ancora integra.

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