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Ed è un uomo silenzioso, fa il barbiere e sa che sua moglie lo tradisce con il proprietario dell’emporio per cui lei lavora. E’ il 1949 a Santa Rosa in California. Quando a farsi tagliare i capelli viene un tipo che parla in termini entusiastici dell’investimento del futuro, il lavaggio a secco, lamentando di non avere soldi a sufficienza, Ed crede sia arrivato il momento di cambiare vita. Ricatta l’amante di sua moglie per ottenere la somma necessaria ad entrare in società con l’uomo del lavaggio a secco, e ottiene il danaro. Ma da quel momento si innescano una serie di eventi imprevedibili, colpi di scena in sequenza, che trasformano la storia in un dramma.

Mi è piaciuto molto questo film di Joel Coen, sviluppato su una sceneggiatura impeccabile. Un noir grottesco e tragico, girato in bianco nero e sviluppato sul personaggio asciutto e compassato di Ed, dalla sua voce narrante che accompagna tutto il film, e che solo nel finale fa capire allo spettatore l’intero disegno della storia. Proprio come Ed, che alla fine ha più chiara la traiettoria della sua vita. Più si osserva un fatto e meno si capisce, dice un personaggio del film. Ed è proprio la sensazione che ho provato nella visione. Nell’ uomo che non c’era come nella vita, gli eventi si presentano sempre imprevedibili e cambiano continuamente la visione delle cose. Tentare di capire mentre accadono è difficile e forse non serve. Grande cinema che racconta con una piccola storia in modo magistrale il senso del susseguirsi degli eventi della vita. Incomprensibili nel momento in cui accadono; appartenenti ad un grande disegno a traiettoria completa.  Un film che pur nella sua drammaticità invita ad avere fiducia, a considerare i momenti come parte di un tutto che ha un senso, e che scopriremo al momento opportuno.