Una famiglia variegata, alternativa, di etnia mista che vive in un casolare decadente ai margini della comunità locale nel territorio umbro. Sono apicoltori e il miele è tutto ciò che dà loro da vivere.
E la loro vita somiglia molto a quella delle api. Operosi, lavorano tutti, i figli anche più piccoli sono importante forza lavoro, indispensabile alla produzione del miele. Come le api, hanno relazioni simbiotiche e con gerarchie ben definite, con il papà tedesco che manda avanti la famiglia in modo autoritario. Sono due entità a rischio: le api per i nuovi insetticidi che la comunità offre ai contadini e la famiglia perché le nuove norme sanitarie e di produttività non consentiranno più una modalità di lavoro senza nessuno standard igienico e di sicurezza.
In tutto questo ci sono le due figlie più grandi che affrontano il difficile passaggio verso l’età adulta.
Identificarsi e definirsi in questo contesto è complicato, mancano modelli di riferimento e la famiglia sembra incapace di prestare attenzione ai loro nuovi bisogni. Soprattutto Gelsomina, la più grande.
Lei affronterà di fatto il cambiamento verso l’età adulta, stimolata dal sentimento che nasce verso un ragazzo che arriva al casolare per lavorare, nell’ambito un programma di recupero alternativo alla detenzione.
E sullo sfondo è descritto il passaggio ad una nuova era, dove la tv e i talk show arrivano a scuotere e a mettere in discussione i ritmi e le usanze di questi contadini.
Alice Rohrwacher racconta con delicatezza un momento di transizione che è personale – dei protagonisti come individui singoli -, familiare, perché i rapporti all’interno cambieranno, e storica, relativa ai cambiamenti del costume dei primi anni 90.
E descrive molto bene atmosfere che quasi si respirano; si fa seguire pur regalando poche emozioni