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le ricerche dell'animaHo visto Le acrobate di Silvio Soldini, un film che basa la sua sintassi sull’elemento magico, con tanti collegamenti simbolici e coincidenze che si ritrovano e si verificano grazie allo spirito magico delle protagoniste della storia. Elena, biologa, vive a Treviso. E’ divorziata ed ha un compagno che la riempie di attenzioni, ma che non le dà quello che cerca. La sua vita malinconica cambia quando investe una vecchia signora, Anita. E’ una donna scorbutica che vive in una casa piena zeppa di oggetti del passato, al buio come fosse una strega. Elena si interessa a lei, la va a trovare e riesce a conquistare la sua fiducia. Ma poco dopo Anita muore e Elena si trova a gestire lo sgombero della casa. Non sa nulla di lei, nessuno pare sapere. L’ unico contatto con quelli che lei immagini parenti è una foto in una lettera che viene da Taranto. Elena parte e là incontra Maria, che vive una vita molto diversa dalla sua. E’ del sud, caotica, sempre a corto di soldi, un marito assente e una figlia, Teresa, che è la sua unica ragione di vita. Vite apparentemente opposte accomunate da una malinconia di base per ciò che la vita non riesce a dare loro. L’incontro tra le due donne porterà ad un viaggio di scoperta spinto dai sogni di bambina Teresa e dalla sua curiosità. Ognuna di loro possiede la capacità di cogliere l’attimo, seguirlo e creare magicamente una nuova prospettiva delle cose.

E’ tutto un pò magico in questo film, anche alcuni protagonisti che scompaiono improvvisamente, ma soprattutto lo è l”atmosfera generale, l’emozione che tiene uniti gli eventi del film, alla ricerca di una verità che sta sempre per essere rivelata e che alla fine si scopre non esserci.

E non è una delusione, anzi, è il momento per capire che la curiosità, la spinta a cercare, è il vero motore della vita, è ciò che fa sentire vivi e che lascia spazio alle possibilità.