Michael Dudok de Wit, in collaborazione con lo Studio Ghibli, realizza un film d’animazione commovente e dai tanti significati, che induce a profonde riflessioni sul senso della vita. Grazie ad una colonna sonora appropriata e alla totale assenza di dialoghi, il film crea sin dal principio un particolare mood malinconico che alterna momenti di sorpresa, gioia e tristezza. È una riflessione sull’ineluttabilità della vita, di passaggi inevitabili che ogni essere umano si trova davanti nella sua esistenza, alcuni felici, altri no. Il senso di tutto quello che accade non è facilmente percepibile durante il momento stesso, ma solo al termine di una traiettoria che è circolare, si finisce come si era cominciato. Così accade ai protagonisti della storia che dopo aver condiviso una parte di esistenza torna allo stato, solitario, di partenza. È una riflessione sulla finitudine, sulla fragilità delle esistenze che inevitabilmente portano momenti dolorosi, e che proprio per questo trovano il senso più grande nella pienezza dell’amore, nella condivisione e nella reciprocità: questo è il miglior modo possibile di utilizzare il tempo che ci è concesso.
La tortue rouge di Michael Dudok de Wit
Un uomo naufraga durante una tempesta e finisce per ritrovarsi in una piccola isola disabitata dove l’unica compagnia sono gli animali e i pericoli nascosti. La sua idea di lasciare l’isola con una zattera di fortuna si scontra più volte con una entità sconosciuta che puntualmente, appena lasciata l’isola, fa rovesciare e affondare l’imbarcazione di fortuna. Quando l’uomo scopre che si tratta di una tartaruga rossa va su tutte le furie, ma proprio quell’evento darà un senso alla sua vita.
Michael Dudok de Wit, in collaborazione con lo Studio Ghibli, realizza un film d’animazione commovente e dai tanti significati, che induce a profonde riflessioni sul senso della vita. Grazie ad una colonna sonora appropriata e alla totale assenza di dialoghi, il film crea sin dal principio un particolare mood malinconico che alterna momenti di sorpresa, gioia e tristezza. È una riflessione sull’ineluttabilità della vita, di passaggi inevitabili che ogni essere umano si trova davanti nella sua esistenza, alcuni felici, altri no. Il senso di tutto quello che accade non è facilmente percepibile durante il momento stesso, ma solo al termine di una traiettoria che è circolare, si finisce come si era cominciato. Così accade ai protagonisti della storia che dopo aver condiviso una parte di esistenza torna allo stato, solitario, di partenza. È una riflessione sulla finitudine, sulla fragilità delle esistenze che inevitabilmente portano momenti dolorosi, e che proprio per questo trovano il senso più grande nella pienezza dell’amore, nella condivisione e nella reciprocità: questo è il miglior modo possibile di utilizzare il tempo che ci è concesso.
Michael Dudok de Wit, in collaborazione con lo Studio Ghibli, realizza un film d’animazione commovente e dai tanti significati, che induce a profonde riflessioni sul senso della vita. Grazie ad una colonna sonora appropriata e alla totale assenza di dialoghi, il film crea sin dal principio un particolare mood malinconico che alterna momenti di sorpresa, gioia e tristezza. È una riflessione sull’ineluttabilità della vita, di passaggi inevitabili che ogni essere umano si trova davanti nella sua esistenza, alcuni felici, altri no. Il senso di tutto quello che accade non è facilmente percepibile durante il momento stesso, ma solo al termine di una traiettoria che è circolare, si finisce come si era cominciato. Così accade ai protagonisti della storia che dopo aver condiviso una parte di esistenza torna allo stato, solitario, di partenza. È una riflessione sulla finitudine, sulla fragilità delle esistenze che inevitabilmente portano momenti dolorosi, e che proprio per questo trovano il senso più grande nella pienezza dell’amore, nella condivisione e nella reciprocità: questo è il miglior modo possibile di utilizzare il tempo che ci è concesso.