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il percorso esistenziale dell'uomo“La settima stanza” della regista ungherese Márta Mészáros è un film dalle forti suggestioni, nei contenuti e nelle immagini, che fa un potente uso della simbologia. Immagini sacre, oniriche rappresentato in forma teatrale si alternano ad una narrazione di fatti drammatici e avvincenti.

E’ il racconto del compimento di un percorso di vita, quello di Edith Stein, brillante filosofa ebrea, convertita al cattolicesimo, poi ordinata suora e morta nel campo di concentramento di Auschwitz

Un intreccio che si dipana lungo tre strade. Dalla filosofia, che è il primo nutrimento della ragione e dei sentimenti della Stein ci si sposta pian piano sullo spirituale, mentre sullo sfondo, la vita quotidiana, la politica e il potere, rappresentato su tutti dall’ascesa nazista, minaccia tutto e tutti.

I personaggi della storia si rincontrano più volte in diversi momenti della vita, e in una fase diversa del proprio percorso. Ognuno ha il compito di realizzare se stesso, secondo l’inclinazione alla quale intende dare vita. E’ il concetto della filosofia fenomenologica di Husserl, dal quale la Stein parte nelle sue ricerche e che finisce per realizzare personalmente, cosi come fa ogni singolo personaggio della storia, dando vita consapevolmente alla realizzazione di se più rispondente al proprio bisogno. Ciò che accomuna tutti è la sofferenza e la difficolta che si incontrano lungo il cammino verso la realizzazione della propria verità. E’ necessario confermare più volte le scelte che fanno parte della realizzazione del proprio cammino e che molto spesso richiedono una chiusura con una parte di se, con una vita che non corrisponde più.
E questo vale per tutti, quale sia il valore etico-morale della strada presa.
Cosi ad un estremo Edit compie il suo percorso, che rappresenta simbolicamente quello di Cristo, come l’ultima immagine del film sigilla vedendola tra le braccia della madre come la Pieta di Michelangelo, all’altro il Prof. Heller suo compagno di studi e amante non corrisposto che diventa il gerarca nazista che finirà per condannarla, suo malgrado. Tra loro altre figure descrivono la loro traiettoria esistenziale.

Quello di Edith è un percorso di purificazione, è il percorso delle 7 stanze descritte da Teresa d’Avila, che portano ad un progressivo distacco dall’ego mondano, allo sconfiggere il fascino delle tentazioni per arrivare all’ultima stanza, quella della assunzione su di se della propria croce, il compimento della propria realizzazione.