Counseling sostegno e aiuto Counselor a Roma

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le emoazioni ritrovateRea di aver chiesto un visto per andare all’estero, Barbara, medico pediatra di un importante ospedale di Berlino est, viene trasferita in una cittadina di provincia sulle rive del mar baltico sotto stressa sorveglianza della Stasi. E’ il 1980, l’inserimento nel nuovo ospedale e nella nuova comunità è molto difficile; Barbara continua a inseguire il suo sogno di fuggire ad ovest ed unirsi all’uomo che ama, e sente questa come un esperienza costrittiva e transitoria. Ma poco a poco grazie alle attenzioni di un collega e alla inevitabile partecipazione professionale ed umana ai casi che affronta nell’ ospedale, comincia a calarsi nel tessuto sociale fino ad arrivare al momento in cui dovrà fare una scelta.

Ho visto questo film di Christian Petzold per la rassegna sul cinema tedesco in occasione dei 25 anni della riunificazione e mi è piaciuto molto. La narrazione è pulita, essenziale, come essenziali sono gli scenari di quel tempo nella Germania dell’est, e nell’insieme si rivela un film intenso e poetico. Sono le emozioni il tema su cui ruota il film. La ritrovata capacita di emozionarsi oltre la rabbia della protagonista, le permette di entrare in contatto reale con le persone che le sono intorno e scoprire che persino i poliziotti che la controllano hanno una vita in cui soffrono. L’amore per un uomo e per i suoi pazienti cambia la visione del mondo intorno e fa da diventare vivibile, anche un mondo che fino a quel momento aveva sentito solo come costrittivo e repressivo.

La visione di quella Germania è portata sullo schermo con toni caldi grazie ad una eccellente fotografia, e si respira un aria di accoglienza e di nostalgia in quelle scene che contrappongono il disagio di chi non accetta quel sistema a chi sceglie di farne parte.

E mentre vedevo ho capito che era proprio quell’essenzialità continuamente rappresentata dagli arredi delle case, degli usi semplici, dalla totale assenza di qualsiasi cosa fosse superflua a costituire il motivo di quella sensazione di calore e anche di nostalgia. Perché dove il vivere quotidiano si riduce all’essenziale diviene inevitabilmente più importante il contatto con se stessi e con gli altri.