Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70. La parabola dei due amanti che cercano di salvarsi a vicenda non si completa perché entrambi hanno un fardello troppo grande di cose irrisolte. L’atmosfera generale del film, malinconica e pregna di un sentimento di ineluttabilità è evidente una proiezione del regista che copre con un cappotto il protagonista in ogni singola scena. Un cappotto che serve a proteggerlo, e a proteggersi, dal freddo interiore.
La prima notte di quiete di Valerio Zurlini
Valerio Zurlini ambienta il suo film in una Rimini uggiosa, battuta da piogge, venti e forte mareggiate; un clima che rispecchia fedelmente quello dei protagonisti, soli, come vuote sono le strade della cittadina; visto oggi è anche un interessante specchio della cultura giovanile degli anni ’70. La parabola dei due amanti che cercano di salvarsi a vicenda non si completa perché entrambi hanno un fardello troppo grande di cose irrisolte. L’atmosfera generale del film, malinconica e pregna di un sentimento di ineluttabilità è evidente una proiezione del regista che copre con un cappotto il protagonista in ogni singola scena. Un cappotto che serve a proteggerlo, e a proteggersi, dal freddo interiore.