Lucrecia Martel offre un lavoro mai completamente definito, eppure interessante per le scelte registiche e di fotografia. Il voyeurismo la fa da padrone, quello dei personaggi, stretti tra religione e sessualità, e quello della stessa macchina da presa. Una storia femminile, dove l’unico uomo protagonista è oggetto di interesse di più persone; la tensione sottile sottostante il racconto non esplode mai, così come non esplodono mai le pulsioni dei protagonisti, imbrigliati nel senso comune. Sono le più giovani a tentare di dare una spallata alle stesse, ricorrendo anche a mezziambigui.
La niña santa di Lucrecia Martel
Lucrecia Martel offre un lavoro mai completamente definito, eppure interessante per le scelte registiche e di fotografia. Il voyeurismo la fa da padrone, quello dei personaggi, stretti tra religione e sessualità, e quello della stessa macchina da presa. Una storia femminile, dove l’unico uomo protagonista è oggetto di interesse di più persone; la tensione sottile sottostante il racconto non esplode mai, così come non esplodono mai le pulsioni dei protagonisti, imbrigliati nel senso comune. Sono le più giovani a tentare di dare una spallata alle stesse, ricorrendo anche a mezziambigui.