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le gabbie culturaliBeatrice è una donna di 18 anni, timida, introversa. E’ apprendista parrucchiera e fa un viaggio a Cabourg, in Normandia, per accompagnare una sua collega, più grande di lei alle prese con una delusione amorosa.
Beatrice incontra Francoise, un giovane studente di buona famiglia che li passa tute le estati da sempre. Tra i due nasce una relazione, Francoise è rapito dalla disarmante semplicità e onestà di Beatrice che a sua volta si sente ben protetta e guidata dal colto ed intelligente Francoise. Tornati dalla vacanza iniziano una convivenza che lentamente porta alla luce i malumori del ragazzo, che comincia a percepire inadatta a lui, alla sua condizione sociale una semplice parrucchiera.
Il suo progetto di cambiarla, di erudirla non funziona e cosi la lascia. Beatrice non oppone nessuna resistenza, il mondo le crolla addosso, e lei coerente a se stessa si chiude nel suo silenzio. Si ammala di anoressia e finisce in un ospedale psichiatrico.
Un film malinconico quello di Claude Goretta, dove viene raccontata l’evoluzione, nascita e fine, di un amore; una storia come tante, con i protagonisti che rappresentano due identità culturali diverse: l’intellettuale e l’umile popolana.
Protagonisti che loro malgrado non possono cambiare le loro vite. Toccante il personaggio di Beatrice capace di una rassegnazione esistenziale, quella che la lega alle sue origini, alla sua cultura, al suo carattere riservato e silenzioso, che è per lei assolutamente immutabile. E che rappresenta comunque una ricchezza per chi sa coglierla ed apprezzarla.
Film capace di emozioni intense e delicate, colorate da quella tristezza di chi sa che non può sperare altro che quello che è, che accompagna ogni istante della vita di Beatrice e Francoise.