È una narrazione abbastanza semplice quella del film di Benoît Jacquot, che si limita a seguire per l’intera giornata il movimento della protagonista, il suo corpo, il suo ritmo che la porta tra i corridoi dell’hotel e nelle strade della città. È il ritratto di una vita frenetica, fatta di solitudini che si incontrano per brevi istanti, e che quasi sempre risultano essere incontri ostili, sia con i colleghi sia con i clienti. Il racconto riesce ad essere in ogni caso sempre interessante, i piccoli episodi ci portano a conoscere un variegato mondo di umanità complesse, destinate a stare insieme solo per poco tempo. Ed è questa, lo stare sola, la scelta della protagonista che a suo modo compie un percorso di individuazione attraverso le esperienze che vive.
La fille seule di Benoît Jacquot
È una narrazione abbastanza semplice quella del film di Benoît Jacquot, che si limita a seguire per l’intera giornata il movimento della protagonista, il suo corpo, il suo ritmo che la porta tra i corridoi dell’hotel e nelle strade della città. È il ritratto di una vita frenetica, fatta di solitudini che si incontrano per brevi istanti, e che quasi sempre risultano essere incontri ostili, sia con i colleghi sia con i clienti. Il racconto riesce ad essere in ogni caso sempre interessante, i piccoli episodi ci portano a conoscere un variegato mondo di umanità complesse, destinate a stare insieme solo per poco tempo. Ed è questa, lo stare sola, la scelta della protagonista che a suo modo compie un percorso di individuazione attraverso le esperienze che vive.