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Nella Germania Federale della metà degli anni 60, come nel resto d’Europa e del mondo, i movimenti sociali e politici occupano le piazze per manifestare pacificamente contro le guerre e i regimi oppressivi. In una di queste manifestazioni viene ucciso uno studente. Da quel momento il tono della lotta si alza. Se da un lato la giornalista di sinistra Ulrike Meinhof scrive articoli sempre più duri contro i regimi, dall’altro un gruppo di giovani guidato da Andreas Baader sceglie di passare alle vie di fatto, procurando un esplosione in un magazzino. Dall’arresto che ne segue, i compagni con un azione di guerriglia, alla quale parteciperà la Meinhof, liberano Baader. Nasce la RAF. Da quel momento con scelte sempre più dure che includono l’allontanamento degli affetti, i terroristi dichiarano guerra alla repubblica federale e a tutti gli stati complici.tradire se stessi o morire

Il film di Uli Edel ricostruisce con grande capacità narrativa ed espressiva le vicende violente degli anni 70 che attraversarono la Germania, e che somigliano molto quelle che riguardarono l’Italia.
Quello che emerge nel progressivo inasprimento della lotta destinata inevitabilmente alla sconfitta è il dolore diffuso che spinge i protagonisti all’azione e che li guida sino alla fine, incapaci di modificare il loro destino. Sono costretti in un copione senza possibilità di uscita che li vede costretti a scegliere tra conservare i loro ideali, e quindi mantenere l’integrità morale con le proprie scelte o abbandonare la lotta e in qualche modo tradire i compagni e se stessi. Hanno seguito un ideale molto potente, totalizzante, e uscirne richiede un processo di crescita così complesso che nessuno di loro è in grado di compiere.

L’unica alternativa è alzare il livello dello scontro fino all’annientamento