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la poesia e la comunicazioneUn gruppo di giornalisti arriva in un villaggio sperduto tra i monti iraniani. Vogliono fare un report sulla morte di una vecchietta ultracentenaria che sembra essere arrivata agli ultimi giorni. Per questo si spacciano per ingegneri. Il film racconta la vita di uno di loro in questo villaggio, con i giorni che passano mentre aspettano l’evento che non arriva. Viene raccontano il lento processo di avvicinamento di uno di loro, cittadino, alla comunità locale. Avvicinamento che non è realmente possibile viste le differenze di cultura e di obiettivi. In qualche modo lui cerca di manipolare la comunità per i suoi scopi.
Molto bella la fotografia, scolpita e definita, a sottolineare il contesto della storia, essenziale, asciutto, dove ognuno ha un suo compito ben preciso e a quello si dedica. Quello che lega tutti è il bisogno di poesia, che in effetti trova spesso posto nella narrazione del film tra un uso del dialogo praticamente incessante.

E’ il primo film di Kiarostami che vedo, forse non il migliore. Interessante abbastanza da volerne vedere altri