Taakeshi Kitano mette in scena una storia dove l’amore è ciò che emerge su ogni cosa. L’amore tra le persone, l’amore per un’attività appassionante, il tutto caratterizzato dalla costanza, dalla durata nel tempo. Kitano riesce a ritrarre con grande profondità diversi personaggi, ognuno dei quali caratterizzato dalle proprie manie, senza particolari virtuosismi, se non quello del tempo. Il tempo che lascia allo spettatore per entrare in contatto con la storia e i suoi protagonisti, fino ad empatizzare con le loro necessità. Seppure i dialoghi quasi assenti, il film è tutt’altro che silenzioso, almeno in superficie. I suoni ambientali, in special modo il mare, e la colonna sonora quasi onnipresente costituiscono quel tappeto sonoro denso che aiuta lo spettatore ad immergersi nel mondo dei due protagonisti; è un tappeto sonoro che isola da tutto il resto e che quasi ci porta a sperimentare la condizione di Shigeru e Takako: loro non possono ascoltare altro che il suono della loro vita interiore e, al contrario, è proprio grazie ai suoni che lo spettatore può sintonizzarsi su quella stessa vita interiore.
Il silenzio sul mare di Takashi Kitano
Taakeshi Kitano mette in scena una storia dove l’amore è ciò che emerge su ogni cosa. L’amore tra le persone, l’amore per un’attività appassionante, il tutto caratterizzato dalla costanza, dalla durata nel tempo. Kitano riesce a ritrarre con grande profondità diversi personaggi, ognuno dei quali caratterizzato dalle proprie manie, senza particolari virtuosismi, se non quello del tempo. Il tempo che lascia allo spettatore per entrare in contatto con la storia e i suoi protagonisti, fino ad empatizzare con le loro necessità. Seppure i dialoghi quasi assenti, il film è tutt’altro che silenzioso, almeno in superficie. I suoni ambientali, in special modo il mare, e la colonna sonora quasi onnipresente costituiscono quel tappeto sonoro denso che aiuta lo spettatore ad immergersi nel mondo dei due protagonisti; è un tappeto sonoro che isola da tutto il resto e che quasi ci porta a sperimentare la condizione di Shigeru e Takako: loro non possono ascoltare altro che il suono della loro vita interiore e, al contrario, è proprio grazie ai suoni che lo spettatore può sintonizzarsi su quella stessa vita interiore.