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Roman Polanski firma la regia di questo film straordinario per intensità espressiva, che catalizza l’attenzione dall’inizio alla fine senza cedimenti, raccontando la storia di un pianista ebreo durante la seconda guerra mondiale.

Wladyslaw è un giovane pianista di grande talento. Suona Chopin alla radio polacca ed ha raggiunto la fama nazionale. Nel ‘38 le leggi razziali cominciano a limitare la sua vita e quella della sua famiglia, e con il trascorrere del tempo la situazione si farà sempre più difficile. Confinato nel ghetto di Varsavia prima, nascosto in appartamenti clandestini grazie alla generosità di amici della resistenza poi, assistiamo al degrado inesorabile di Varsavia e della sua vita. Trascorre gli ultimi anni in fuga nello spazio di poche decine di metri, braccato e affamato, ormai irriconoscibile, col terrore di essere catturato dai nazisti.l'identità che salva la vita

In questo processo progressivo di perdita di identità e umanità quello che rimane saldo lui è il suo amore per la musica e per il piano, che rimane l’unica cosa a cui aggrapparsi per sperare nel futuro e che di fatto gli salva la vita.

Un film sull’olocausto visto nel ghetto di Varsavia, che fa emergere come avere una solida identità, una forte vocazione, possa essere determinante per riuscire a superare i momenti più duri che la vita presenta.