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potere e approvazioneLars Von Trier in questa commedia di stampo decisamente teatrale compie una indagine ironica sul rapporto tra regista e attore, sul rispettivo bisogni di sentirsi importante, sui loro vezzi e su come usano il loro potere per condizionando il percorso di una messa in scena.
In questo caso i ruoli sono traslati in quelli di un capo di un azienda informatica, che è sempre rimasto in incognito per risultare amabile agli occhi dei dipendenti, ed un attore assoldato per interpretare la figura del capo che decide di vendere l’azienda ed affrontare quindi i dipendenti.
In un continuo di equivoci e ribaltamento di ruoli, i due portano avanti un balletto che li vede al tempo stesso desiderosi di esercitare il proprio potere e al tempo stesso di essere approvati dalla comunità. Gli impiegati, che fanno da spettatori, di volta in volta si schierano dalla parte del buono del momento.
Film che si basa su una intelligente scrittura, scandita da dialoghi pressoche continui, che rendono la sua fruizione poco agevole per un ambientazione cinematografica, perdendo la capacità di penetrate nel tessuto sociale raccontato.
E’ comunque un lavoro interessante che con un esercizio di stile ritaglia e descrive un microcosmo di una comunità, quella di un gruppo di lavoro, dove le relazioni esplicite e quelle segrete prendono pieghe spesso imprevedibili.