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il limite che si trasforma in risorsaHo visto “Il Circo della Farfalla”,  di Joshua Weigel, cortometraggio commovente e ricco di significati.

America, anni 20. Mr. Mendez, direttore del “Circo della Farfalla”, si ferma casualmente in un circo dove, come da tradizione dell’epoca, vengono esposti al pubblico esseri umani deformi per divertire e stupire il pubblico. Rimane colpito da Will, un uomo senza arti, presentato come “l’uomo, se così si può chiamare, a cui anche Dio ha voltato le spalle”. Lo vede e ci scambia qualche parola. Will intuisce che quell’uomo potrebbe rappresentare una opportunità, scappa e arriva al “Circo della Farfalla” sperando di poter lavorare col suo numero da storpio. Ma Mr. Mendez ha un’altra visione delle cose: Il suo circo è fatto da artisti che esprimono bellezza e capacità. Qualità che hanno saputo trovare nel momento più difficile della loro vita. Will avrà modo di compiere la sua esperienza quando lasciato a cavarsela da solo nei pressi di un laghetto, imparerà a muoversi e poi a nuotare una volta caduto in acqua. E proprio il cadere nell’acqua da una piattaforma alta 50 piedi, diverrà il suo numero ad altissima suspance con cui farà fortuna al circo.

L’istanza narrante di questo piccolo capolavoro è quella di Mr. Mendez, l”archetipo del mago, colui cerca la verità nascosta delle cose. Nel suo circo i difetti si trasformano in talenti, i limiti in risorse e tanto più grande è la difficolta quanto più grande è l’opportunità e quindi la gloria. Solo attraversando le conseguenze che questi limiti impongono, è possibile operare la trasformazione, che è frutto dell’esperienza individuale. Per questo Mr. Mendez non raccoglie le richieste di aiuto di Will al lago, invitandolo a cavarsela da solo. E’ il buon genitore, presente e che dà modo di compiere l’esperienza. Cosi Will potrà letteralmente rinascere dalla acque, del lago questa volta, con nuove consapevolezza e risorse. Un’altra farfalla può volare libera!