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il viaggio che trasformaUn villaggio di carovanieri sugli altipiani del Tibet si trova improvvisamente senza il suo giovane capo, morto durante il ritorno da una spedizione. Nasce un conflitto tra suo padre, Tinlè vecchio capo villaggio, sconvolto dal dolore per la perdita del figlio e Karma, un giovane che vuole vedere riconosciuta la sua capacità di prendere il comando. Quando giunge il momento della ciclica migrazione a valle il villaggio si spacca in un conflitto generazionale tra i vecchi che seguono Tinlè, strettamente legati alle tradizioni, alla fede, alle credenze religiose, e i giovani, che guidati da Karma, cercano la loro strada contando solo sulle loro forze. Le due carovane si mettono in viaggio separatamente, e dopo grandi difficolta incontrate durante il percorso, si ritroveranno in cima alla montagna più alta. Tinlè e Karma, simili per la incrollabile ostinazione con cui perseguono le proprie idee, finalmente si riappacificano quando, prima di morire, il vecchio capo cede il comando al giovane riconoscendone il valore.

Himalaya centra la sua narrativa sulla simbologia dei valori dell’etica, della fede e sulla necessità dell’uomo di intraprendere il proprio viaggio Quando scocca l’ora, qualunque sia l’età e la condizione bisogna partire per arrivare a compiere il proprio destino. Il vecchio per concludere la sua esistenza e il giovane per cominciarla con nuovo ruolo. Ognuno a suo modo affronta la salita della vita percorrendo fino in fondo le proprie convinzioni, necessarie affinchè, arrivati in cima, il processo alchemico abbia operato le giuste trasformazioni e sarà di nuovo possibile l’armonia individuale e di tutta la comunità. Il tutto incastonato tra i maestosi paesaggi delle montagne dell’Himalaya, che regalano una stupenda fotografia al film e che stanno a ricordare che in qualsiasi punto ci si trovi, c’è sempre un posto più alto dove andare.