Anna Sofie Hartmann si serve di abitanti del luogo oltre ai due attori protagonisti per una esplorazione tra passato e presente, memoria e malinconia. La staticità della macchina da prese accompagna il lento scorrre delle vite delle persone, prese tra i ricordi e le difficoltà di immaginare un futuro. A legare tutto è il disagio dell’interruzione, la rottura di progetti e speranzi, o meglio ancora di continuità. Si interrompe il lavoro dei polacchi e le loro speranze di una vita migliore, si interrompono le storie degli abitanti di quella zona e si interrompe la relazione tra i due protagonisti. Un film di silenzi e riflessioni mai esposte che la regia attenta e discreta lascia crescere ed arrivare allo spettatore.
Giraffe di Anna Sofie Hartmann
In un piccolo villaggio danese la prossima costruzione di un tunnel che collega la Danimarca alla Germania richiede l’abbattimento di case e fattorie che hanno ospitato la storia dei loro abitanti. Dara, fotografa e scrittrice raccoglie interviste agli abitanti, mentre Lucek, operario polacco lavora al tunnel. Tra i due nasce una relazione.
Anna Sofie Hartmann si serve di abitanti del luogo oltre ai due attori protagonisti per una esplorazione tra passato e presente, memoria e malinconia. La staticità della macchina da prese accompagna il lento scorrre delle vite delle persone, prese tra i ricordi e le difficoltà di immaginare un futuro. A legare tutto è il disagio dell’interruzione, la rottura di progetti e speranzi, o meglio ancora di continuità. Si interrompe il lavoro dei polacchi e le loro speranze di una vita migliore, si interrompono le storie degli abitanti di quella zona e si interrompe la relazione tra i due protagonisti. Un film di silenzi e riflessioni mai esposte che la regia attenta e discreta lascia crescere ed arrivare allo spettatore.
Anna Sofie Hartmann si serve di abitanti del luogo oltre ai due attori protagonisti per una esplorazione tra passato e presente, memoria e malinconia. La staticità della macchina da prese accompagna il lento scorrre delle vite delle persone, prese tra i ricordi e le difficoltà di immaginare un futuro. A legare tutto è il disagio dell’interruzione, la rottura di progetti e speranzi, o meglio ancora di continuità. Si interrompe il lavoro dei polacchi e le loro speranze di una vita migliore, si interrompono le storie degli abitanti di quella zona e si interrompe la relazione tra i due protagonisti. Un film di silenzi e riflessioni mai esposte che la regia attenta e discreta lascia crescere ed arrivare allo spettatore.