Busu è un uomo di mezza età che passa le giornate nell’ufficio postale della sua città, Palermo, raccontando una storia bizzarra: quella della famiglia Ciraulo, il cui capofamiglia venne ucciso per un graffio sulla sua macchina. La macchina, una Mercedes nuova nuova, era stata acquistata col risarcimento ottenuto dallo stato per le vittime di omicidi di mafia, da cui qualche tempo prima erano stati tragicamente colpiti.
Una commedia drammatica sorprendente questa di Daniele Cipri che tratteggia un ritratto di una famiglia nelle periferie degradate della Sicilia degli anni 70, alternato alla narrazione del protagonista che è contemporanea. La fotografia nei suoi colori segue attentamente le due epoche diverse e la regia descrive il racconto in modo originale e coinvolgente. Una storia che inizia e finisce con un assassinio con uno svolgimento che sembra procedere come in un percorso senza uscita. Come dire, tutto quello che si sviluppa in seguito ad una vicenda negativa, se non viene adeguatamente elaborato inevitabilmente finisce in una nuova vicenda negativa.