In un piccolo paese in provincia di Napoli Antonio è un giovane appena tornato dalla guerra, disoccupato, che cerca di arrangiarsi come può. Carmela, giovane dal carattere focoso, si innamora di lui e cerca in tutti i modi di attirare la sua attenzione, che però rimane frenata dal fatto di essere troppo povero. Sfidano l’avversità della famiglia di Carmela, Antonio cerca ogni tipo di lavoro per poter coronare il suo sogno d’amore con Carmela, ma ogni tentativo finisce male, finchè i due arrivano alla “fuitina”.
Il film di Renato Castellani segna l’inizio del Neorealismo Rosa, dove i toni brillanti e melodrammatici si affiancano a quelli della povertà sostituendo la cupa rassegnazione del primo dopoguerra. In questo caso la povertà e la (relativa” differenza sociale dei due protagonisti è di impedimento solo finche i due giovani rimangono ancorati alla tradizione e al buon senso comune, sin troppo remissivo. La speranza và vissuta investendo sul futuro anche senza avere certezze in mano, perché è questa speranza contagiosa che apre le porte del cuore, della fiducia e del credito della comunità intorno e configura la reale possibilità di costruirsi una vita
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