Un film dalla traccia narrativa esile, se non inesistente. Due amiche sono in procinto di salutarsi, una andrà in Argentina dalla famiglia, l’altra farà un viaggio sull’oceano. La telecamera di Helena Wittman segue per un lunghissimo periodo la navigazione in mare, con l’uso di inquadrature fisse e di durata dilatata descrive i diversi stati del mare, che cambia a seconda della luce e delle condizioni. E’ un partito stilistico, quello della camera fissa, che Wittmann sceglie e persegue per tutto il film, che è senza movimenti di macchine e quasi completamente senza traccia sonora. Ogni inquadratura diventa un piano sequenza ed è caratterizzata da una composizione molto accurata in termini di luce e contenuto stilistico. Un tentativo di rallentare il tempo e renderlo quanto più simile a quello reale, con l’intenzione di rendere la visione un’esperienza sensoriale e introspettiva
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