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la solitudine e l'evoluzioneSeparazione, solitudine e accettazione sono i temi portanti di questo film narrato dalla esile voce della donna (Martina Gebeck, protagonista in ”Le vite degli altri”). Durante una gita in montagna misteriosamente si erge un muro trasparente invalicabile che chiude tutte le possibilità di uscire dalla valle e lei si ritrova sola col suo cane in questa baita. Tenta di trovare una via d’uscita ma inesorabile il muro blocca ogni possibilità, e sempre in prossimità di insediamenti umani, che a vedere bene sono fissi, immobili. La vera vita scorre al di qua del vetro. Accettato il fatto, la protagonista comincia a sviluppare abilità necessarie alla sopravvivenza e pian piano crea la sua piccola comunità composta dal cane da un gatto e da una mucca. Lavorando al semplice vivere quotidiano, scoprendo nuove abilità e risorse ritrova i valori essenziali della vita: semplicità etica e amore.  E quando un uomo misteriosamente invade il suo territorio e uccide parte dei suoi animali, che sono ormai suoi organi sensoriali, accetta il dolore della separazione nella consapevolezza che altre cose, altri legami arriveranno a dare un senso profondo alla sua vita. Film molto ben raccontato, su due piani temporali distinti, il presente dove lei scrive e legge il suo diario raccontando con lunghi flashback il piano temporale che va dal suo arrivo al presente. Il thrilling del muro posto  all’inizio del racconto consente un ‘immediata partecipazione alle vicende della donna e l’esperienza emotiva che si vive empatizzando con lei è notevole.