Ettore Scola, supportato da un grande lavoro si sceneggiatura di Age e Scarpelli dipinge un grande affresco dell’Italia dal 1943 al 1974 attraverso la storia di tre amici che vivono i cambiamenti della società, con sullo sfondo il fil rouge del cinema a marcare i tempi che passano. Sono tre uomini di estrazione sociale diversa, che in qualche modo cercano di costruirsi quella vita che tanto aveva promesso all’indomani della liberazione. Ognuno a modo suo rimane bloccato in un personaggio che ne impedisce l’evoluzione e che immancabilmente chiede la rinuncia a qualcosa di importante. Per uno è l’amore, per l’altro è la famiglia e per un altro è la dignità personale. Tutti e tre vivono il tradimento di ideali che avevano scelto, vivendone i rimorsi e trovando quel raro conforto nel loro rapporto amicale che rimane sempre improntato al passato. Un percorso evolutivo che rispecchia quello della nazione, giovane e piena di speranza all’indomani della liberazione, e del cinema stesso che dai grandi ideali del neorealismo vede via via la televisione occupare tutto quello spazio di libertà. Un film considerato proprio per questo, l’epitaffio del neorealismo
C’eravamo Tanto Amati di Ettore Scola
Tre amici provenienti da diverse parti di Italia condividono un momento importante della loro vita giovane: la lotta partigiana sulle montagne. A fine guerra, Gianni Nicola e Antonio tornano ognuno nei loro paesi d’origine, per fare un pezzo di strada prima di ritrovarsi tutti insieme a Roma. Tra loro Luciana, giovane donna venuta dal Nord in cerca di successo contribuisce a creare allontanamenti e ritrovi nell’arco di 30 anni. Quando infine si ritroveranno sarà il momento della resa dei conti e di rivisitare le loro storie.
Ettore Scola, supportato da un grande lavoro si sceneggiatura di Age e Scarpelli dipinge un grande affresco dell’Italia dal 1943 al 1974 attraverso la storia di tre amici che vivono i cambiamenti della società, con sullo sfondo il fil rouge del cinema a marcare i tempi che passano. Sono tre uomini di estrazione sociale diversa, che in qualche modo cercano di costruirsi quella vita che tanto aveva promesso all’indomani della liberazione. Ognuno a modo suo rimane bloccato in un personaggio che ne impedisce l’evoluzione e che immancabilmente chiede la rinuncia a qualcosa di importante. Per uno è l’amore, per l’altro è la famiglia e per un altro è la dignità personale. Tutti e tre vivono il tradimento di ideali che avevano scelto, vivendone i rimorsi e trovando quel raro conforto nel loro rapporto amicale che rimane sempre improntato al passato. Un percorso evolutivo che rispecchia quello della nazione, giovane e piena di speranza all’indomani della liberazione, e del cinema stesso che dai grandi ideali del neorealismo vede via via la televisione occupare tutto quello spazio di libertà. Un film considerato proprio per questo, l’epitaffio del neorealismo
Ettore Scola, supportato da un grande lavoro si sceneggiatura di Age e Scarpelli dipinge un grande affresco dell’Italia dal 1943 al 1974 attraverso la storia di tre amici che vivono i cambiamenti della società, con sullo sfondo il fil rouge del cinema a marcare i tempi che passano. Sono tre uomini di estrazione sociale diversa, che in qualche modo cercano di costruirsi quella vita che tanto aveva promesso all’indomani della liberazione. Ognuno a modo suo rimane bloccato in un personaggio che ne impedisce l’evoluzione e che immancabilmente chiede la rinuncia a qualcosa di importante. Per uno è l’amore, per l’altro è la famiglia e per un altro è la dignità personale. Tutti e tre vivono il tradimento di ideali che avevano scelto, vivendone i rimorsi e trovando quel raro conforto nel loro rapporto amicale che rimane sempre improntato al passato. Un percorso evolutivo che rispecchia quello della nazione, giovane e piena di speranza all’indomani della liberazione, e del cinema stesso che dai grandi ideali del neorealismo vede via via la televisione occupare tutto quello spazio di libertà. Un film considerato proprio per questo, l’epitaffio del neorealismo