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tra passato e futuroJuli è una giovane donna che vive con la nonna in un piccolo villaggio di tre edifici nel mezzo di una palude in una sperduta periferia albanese, dove ai tempi del comunismo venivano deportate e giustiziate quelle persone che il regime voleva far sparire. Juli lavora al Bota Cafe, di proprietà di Beni un uomo che è riuscito ad uscire dalla palude con traffici poco chiari. E insieme a lei c’è Nora giovane amante di Beni. La vita scorre senza che accaae nulla, la costruzione di una strada a pochi chilometri di distanza è l’evento più importante della piccola comunità. Finché un giorno un uomo incaricato di dare un’identità alle ossa che vengono spesso ritrovate nella zona porta a Juli una notizia che darà una svolta drammatica alla storia.

Il film degli albanesi Iris Elezi, Thomas Logoreci mi è piaciuto molto per la sua pulizia e la semplicità narrativa che lascia ampio respiro alle tante vicende che si svolgono e che con delicatezza emozionano. L’ironia che spesso è usata non toglie nulla alla drammaticità della storia che ha nella malinconia il suo sentimento più evidente. La malinconia di persone in bilico tra un passato di immobilismo che ha dato loro un’identità costruita da altri e un presente che spinge verso il cambiamento verso il quale sono ancora inadeguati. Cambiamento che può avvenire solo dopo aver fatto luce sulla propria storia e che cosi rende possibile il mettersi in viaggio verso un futuro tutto da definire. Il percorso della protagonista Juli è il percorso di un popolo intero. SI respira forte il clima di quel pezzo di Albania, con le sue storia e tradizioni, modificate da anni di regime e che ancora resiste, in parte, all’omologazione culturale attuale.