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il cinema come mezzo per la fama e la ricchezzaMaddalena Cecconi, donna della povera borgata romana sogna di far entrare la piccola figlia Maria nel cinema. L’occasione si presenta quando il regista Blasetti indice un concorso per scegliere una bambina per il suo nuovo film. A Cinecittà, entra in confidenza con un giovane, Annovazzi, che fa parte della cerchia del regista, che le promette in cambio di denaro, e magari qualche favore sessuale, di aiutare la piccola a superare il provino. Maddalena rifiuta le avances e consegna al giovane tutti i suoi risparmi, ma il provino si rivela un disastro e dell’aiuto promesso, ovviamente, non c’è traccia.
Luchino Visconti in uno dei suoi capolavori, rivolge le sue attenzioni alla gente comune, quella che oltre a sognare di fare qualche soldo, spera di poter contare qualcosa nella società del tempo, così radicale nei suoi estremi. Il cinema sembra promettere gloria e denaro, in particolare quello neorealista allarga quest’illusione a chiunque, salvo poi rivelarsi, proprio nelle parole della montatrice ex attrice, esattamente solo un’illusione. Ma è questa fabbrica dei sogni che sembra essere completamente distaccata dalla realtà del quotidiano, con i suoi personaggi privi di etica e sensibilità che hanno come unico scopo il prodotto finale con gli introiti e la fama che ne deriva.