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In un villaggio della provincia sudcoreana c’è un serial killer che violenta e uccide donne durante le notti di pioggia. Il detective locale tenta di costruire prove false per incastrare chi sospetta di essere il colpevole, ma non riesce nell’intento, anche per l’intervento del collega giunto dalla capitale, che promette di essere molto più razionale e capace.
Uno dei primi film che hanno portato all’attenzione generale Bong Joon-ho, Memorie di un assassino è un racconto drammatico e grottesco dove il tema dell’omicidio diventa motivo per raccontare quello che non funziona nel paese. In particolare il rapporto tra i due detective, all’opposto caratterialmente che li vedrà invertirsi nei ruoli al termine. La corruzione, le forzature che la polizia mette in campo sono una denuncia della situazione coreana del momento. Qualcosa di profondo non funziona, nella vita sociale e nelle relazioni, e quel caso non viene effettivamente affrontato sino a diventare irrisolvibile. Anche la conclusione ci lascia con una serie di domande alle quali non è possibile dare risposta se non nell’esperienza personale di fruizione

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