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Sull’isola di Faro in Svezia, Liv Ullmann racconta il suo rapporto con Ingmar Bergman cominciato nel 1964 all’epoca delle riprese di Persona e realmente terminato solo alla morte del regista. Il rapporto amoroso, in realtà ebbe durata breve, pochi anni caratterizzati da una forte conflittualità che portava Bergman a dire che i due erano “painfully connected”. La relazione tra i due fu motivo ispiratore di molti film del regista svedese e dal racconto della Ullmann come aspetto professionale e vita privata erano praticamente fusi uno nell’altro. La narrazione dell’attrice è intervallata da molti brani tratti dai film di Bergman in cui lavorò da protagonista e i brani stessi finiscono per costituire la trasposizione visiva del racconto della Ullmann. Dal racconto emerge la personalità del regista, complessa e sofferta, che aveva trovato in quella della Ullmann una alchimia esplosiva, capace di annientare la loro relazione e al tempo stesso renderla infinita. Questo aspetto emerge proprio dal racconto della Ullmann, la descrizione del rapporto amoroso, oggi a distanza di decenni, risulta complicata, caratterizzata da grandi vicinanze e da grandi lontananze: un modello relazionale complesso esemplare, che in questo caso ha avuto la possibilità di trovare una parziale catarsi nel cinema di Bergman e di Liv Ullmann.

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