Mi è piaciuto molto questo film in cui Agneszka Holland affronta un tema che è stato trattato tantissime volte. La visione della Holland però mette quasi sullo sfondo la Shoah per entrare nell’intimo del protagonista, nella sua capacità di resilienza che lo porta a trovare continuamente nuove strategie per salvarsi. Il prezzo che paga è la solitudine; perde, per diversi motivi, tutte le persone a cui si lega, e solo continua ad andare avanti tra mille difficoltà. Se apparentemente sembra poco etico il suo continuo cambiare popolo e religione di appartenenza è chiaro come i suoi valori rimangono intatti e che la necessità è il propulsore che lo porta a cambiare e a salvarsi. Più che il dramma di un ebreo perseguitato il racconto diventa il tentativo di andare avanti tra le gioie e i dolori di un ragazzo che vuole vivere, e che finisce per rappresentare emblematicamente la battaglia di ogni essere umano.
Europa Europa di Agneszka Holland
Alla fine degli anni ’30 cominciano gli atti di violenza contro gli ebrei nella Germania nazista. Il giovane Solomon e il fratello vengono mandati all’est dalla famiglia perché possano avere un futuro migliore. Approdato in Russia e addestrato al comunismo, Solomon ritroverà i tedeschi quando questi arriveranno con le truppe d’occupazione. Riuscirà a salvarsi spacciandosi come puro tedesco orfano ma sarà solo l’inizio di un’interminabile lotta per non farsi scoprire.
Mi è piaciuto molto questo film in cui Agneszka Holland affronta un tema che è stato trattato tantissime volte. La visione della Holland però mette quasi sullo sfondo la Shoah per entrare nell’intimo del protagonista, nella sua capacità di resilienza che lo porta a trovare continuamente nuove strategie per salvarsi. Il prezzo che paga è la solitudine; perde, per diversi motivi, tutte le persone a cui si lega, e solo continua ad andare avanti tra mille difficoltà. Se apparentemente sembra poco etico il suo continuo cambiare popolo e religione di appartenenza è chiaro come i suoi valori rimangono intatti e che la necessità è il propulsore che lo porta a cambiare e a salvarsi. Più che il dramma di un ebreo perseguitato il racconto diventa il tentativo di andare avanti tra le gioie e i dolori di un ragazzo che vuole vivere, e che finisce per rappresentare emblematicamente la battaglia di ogni essere umano.
Mi è piaciuto molto questo film in cui Agneszka Holland affronta un tema che è stato trattato tantissime volte. La visione della Holland però mette quasi sullo sfondo la Shoah per entrare nell’intimo del protagonista, nella sua capacità di resilienza che lo porta a trovare continuamente nuove strategie per salvarsi. Il prezzo che paga è la solitudine; perde, per diversi motivi, tutte le persone a cui si lega, e solo continua ad andare avanti tra mille difficoltà. Se apparentemente sembra poco etico il suo continuo cambiare popolo e religione di appartenenza è chiaro come i suoi valori rimangono intatti e che la necessità è il propulsore che lo porta a cambiare e a salvarsi. Più che il dramma di un ebreo perseguitato il racconto diventa il tentativo di andare avanti tra le gioie e i dolori di un ragazzo che vuole vivere, e che finisce per rappresentare emblematicamente la battaglia di ogni essere umano.