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È l’estate del 1991 a Leningrado, il paese sta vivendo un momento di confusione dopo il tentato colpo di stato da parte dei nostalgici comunisti contrari alla perestrojka di Gorbaciov. Il popolo si riversa nelle strade, organizza blocchi stradali, manifestazioni spontanee; nelle piazze c’è sempre qualcuno che legge comunicati testi a dare coraggio al popolo.
Sergei Loznitsa recupera filmati d’epoca, perfettamente restaurati e li monta in un bianco e nero suggestivo, che aiuta non solo a nascondere eventuali imperfezioni, ma anche a collocare decisamente nel passato la vicenda. Ne esce fuori un’opera senza tempo, proprio grazie al lavoro sulla pellicola che la colloca in un non tempo, astraendo di fatto la vicenda dal contesto specifico per divenire un inno alla resistenza, dove il “fascismo” che il popolo combatte è il comunismo dal punto di vista dell’osservatore esterno. Analogia e conflittualità che Loznitsa estrapola sapientemente col suo montaggio dando spazio alle profonde necessità degli essere umani.

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